I marchesi Monticelli
La famiglia Monticelli, in antico Monteslini, era una tra i più antichi casati cremaschi, alleata della famiglia Benzoni che nei primi anni del Quattrocento fecero costruire una rete di torri di difesa, della quale una anche a Ripalta Guerina.
In epoca rinascimentale Monteslino ebbe due figli, Giovanni Antonio ed Ercole, dando origine ai due rami della famiglia. Per Ripalta Guerina ci interessa il ramo di Giovanni Antonio l'erede dei fondi nel nostro comune: uno dei membri di questo ramo, in epoca imprecisata ma verosimilmente nella prima metà del Settecento, fece erigere la villa ancora esistente; i vari discendenti continuarono a mantenere la residenza di campagna di Ripalta Guerina ed i fondi fino a tutto l'Ottocento.
Nel 1819 Vincenzo Luigi sposò la nobildonna marchesa Maria Obizzi, imparentandosi con il casato proprietario della villa Obizza di Bottaiano, ora crollata. Il figlio Carlo poté rinnovare il titolo della madre e ottenere di aggiungere al proprio cognome quello della madre.
Il figlio Luigi fu sindaco di Ripalta Guerina, fino al 1920; una serie di disgrazie finanziarie lo costrinse gradualmente a vendere tutti i fondi e la villa, finendo i propri giorni in miseria ricoverato presso l'ospizio di Crema.
Lo stemma
Scudo d'argento a tre monticelli di verde, quello posto nel mezzo è più elevato e le cime cime sono sormontate da tre stelle in azzurro.
Arturo Toscanini
La presenza a Ripalta Guerina di Arturo Toscanini (Parma, 25 marzo 1867 – New York, 16 gennaio 1957) è stata parecchio mitizzata: in effetti, il Maestro era azionista della Società Agricola Sagra, proprietaria della villa ex Monticelli Obizzi dall'anno 1936; il direttore già dal 1931, dopo un alterco con un gruppo di fascisti, viveva negli Stati Uniti e dopo il secondo conflitto mondiale ritornò raramente in Italia; nel 1946, effettivamente, fu a Ripalta Guerina per un mese per prepararsi al concerto di riapertura del Teatro alla Scala di Milano, ma si rifugiò nel lavoro senza mai farsi vedere nel paese. La villa, invece, fu abbastanza frequentata dai figli.
Beato padre Alfredo Cremonesi
Alfredo Cremonesi nasceva a Ripalta Guerina il 16 maggio 1902 da Enrico e Maria Rosa Scartabellati, primo di sette figli (sei maschi e una femmina).
Entrava in seminario all'età di 9 anni e durante l'adolescenza ebbe gravi problemi di salute (linfatismo) da cui guarì con la certezza interiore di essere stato salvato grazie all'intercessione di santa Teresa di Gesù Bambino, che rafforzò la sua vocazione religiosa.
Nel 1922 entrò nel Seminario per le missioni estere (PIME) di Milano e due anni dopo, il 12 ottobre 1924, fu ordinato sacerdote. Nel 1925 partì per la Birmania (o Myanmar), all'epoca protettorato inglese. La prima destinazione fu il villaggio di Toungoo, quindi fu inviato in un villaggio montano denominato Donoku; qui iniziò e proseguì un processo di assistenza - materiale e spirituale - alla popolazione sia durante i difficili momenti dell'occupazione del Giappone, sia ne momenti in cui il paese ottenne l'indipendenza (4 gennaio 1948).
Iniziarono, tuttavia, anni molto burrascosi, contrassegnati da profonda instabilità politica e tensioni sociali che sfociarono in rivolte - facilitate anche dalle armi abbandonate dai giapponesi - durante le quali sempre più spesso i cattolici, ancor di più i missionari rimasti, venivo visti con sospetto perché considerati elementi filogovernativi.
Padre Cremonesi fu costretto a lasciare Donoku e ritornare Toungoo dove vi rimase un anno e mezzo, finché il 25 marzo 1952 ottenne il permesso di tornare al villaggio montano.
La situazione inizialmente sembra relativamente tranquillia, ma col passare dei mesi diventò sempre più critica e si fece via via più concreta l'ipotesi di un attacco delle truppe governative nei confronti dei ribelli, fino ad arrivare allo scontro del 7 febbraio 1953; i rivoltosi in fuga penetrarono nel villaggio e assassinarono a colpi di mitra il capo-villaggio e padre Alfredo Cremonesi.
Il suo corpo giace sepolto nel cimitero della missione di Donoku.